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Il nostro obiettivo è creare una rete di esperti e appassionati che possano contribuire a una comunità educante interconnessa, condividendo conoscenze ed esperienze.
ISTRUZIONE PARENTALE IN ITALIA

L’istruzione parentale (homeschooling) è la scelta genitoriale di assolvere e organizzare in ambito famigliare il diritto-dovere di istruire la prole, in attuazione dell’Articolo 30 della Costituzione italiana1, dell’art. 26 della Carta dei diritti dell’Uomo2 e del principio settimo della Dichiarazione dei diritti del fanciullo.3
A tal fine, dando corso all’Articolo 33 della Costituzione4, in ambito famigliare si attiva un sistema di azioni educative, di apprendimento e di istruzione che vengono poste in essere a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale attivo e aperto, inserito nella rete di relazioni che i vari ambiti sociali offrono, e tenendo a riferimento anche le linee generali per l’istruzione contenute nelle indicazioni nazionali.
Potenzialmente, l’homeschooling si adatta a tutti bambini/ragazzi ed è praticabile da tutti i genitori che non siano in situazione di incapacità. Per fare homeschooling non sono richiesti né un reddito minimo né un titolo di studio specifico.
Per le sue caratteristiche, l’istruzione parentale può essere scelta per assolvere sia all’obbligo di istruzione, sia all’obbligo di formazione, che subentra dopo i 16 anni di età e dopo 10 anni di istruzione. Essa può quindi comprendere gli anni della primaria e della secondaria, fino alla maturità.
L’istruzione parentale implica la piena e diretta assunzione di responsabilità dei papà e delle mamme, o di chi ne fa le veci, nell’esercizio di una genitorialità consapevole, socialmente ricca, nel perseguimento degli artt. 2, 3, 4, della Costituzione italiana, nel rispetto dell’ambiente e degli esseri che lo costituiscono.
SCUOLA " SENZA ZAINO" ... " SENZA MURI " .... "SENZA VOTI "! NOI LO FACCIAMO DA SEMPRE !!
Nessuna sottrazione.
Nessuna aggiunta.
«Non è la scuola che decide ma sulla valutazione può farlo il singolo docente... Non ci piace la definizione senza voto, perché non togliamo nulla, valutiamo differentemente».
Personalmente, ritengo che questi siano esempi di scuole e docenti che lavorano diversamente.
Se posso permettermi, non credo che lavorino né di più né di meno, ma che, generalmente, lavorino meglio.
Testo.
Siete pronti ad entrare nell’era della scuola on demand? Per esempio: la preferite con lo zaino o senza zaino? E pensate che sia più a misura di studenti una scuola senza voti? E addirittura: sicuri che vogliate muri e aule per contenere l’esuberanza e la sete di apprendimento e conoscenza dei pargoli? Oppure, tutto in inglese?
Grazie all'autonomia didattica in Italia cresce il catalogo dell’offerta formativa alternativa al pensiero unico ministeriale. Al di là dell'ortodossia scolastica si può insegnare per sottrazione? Sì e con ottimi benefici.
Gli esempi
In viaggio per l'Italia scopriamo una scuola che rifiuta la rigidità dei vecchi modelli e mette al centro lo studente. Il cambiamento parte dal togliere, per restituire senso e cura. Se pensiamo ad alcuni metodi di innovazione didattica adottati con la benedizione del ministero (che li accredita e a volte li promuove anche nell'elenco delle eccellenze del Mim) notiamo che hanno in comune almeno due fattori, il "senza" (della denominazione), vedremo cosa e perché, e la volontà di scardinare il metodo frontale e trasmissivo che da più parti viene considerato inadeguato. E questo perché ancorato a una scuola che - per usare la metafora di don Milani - «cura i sani e allontana i malati».
Dunque, si può insegnare sottraendo? «Sì, togliendo gli orpelli fisici (cattedra), didattici (lezioni fontali), autoritari e gerarchici (i voti) e alleggerendo la pesantezza del sistema scuola che pesa sulle spalle dei nostri studenti. Così i risultati positivi sono arrivati e sono stati scientificamente provati da studi universitari. Anche i risultati dei test Invalsi avvalorano questa tesi», sottolinea Daniela Pampaloni, coordinatrice della rete "Scuola Senza Zaino- Per una scuola di comunità".
I valori
Andiamo in sua compagnia in uno degli 800 plessi sparsi da Nord a Sud dei 338 istituti della rete. Ci imbattiamo in una scuola che punta su tre valori: «ospitalità, responsabilità e comunità, i cardini delle nostre buone pratiche». Un credo adottato da 12mila docenti. Tutto iniziò in Toscana 23 anni fa. «Siamo stati sempre in crescita. C'è sempre più voglia di rompere i vecchi e tradizionali schemi dell'educazione a favore di una didattica interattiva e cooperativa che privilegia il benessere degli studenti», sottolinea Pampaloni.
Qui, il docente non siede al centro, non insegna dal (verticale) pulpito ma si muove su «una sedia con rotelle, si privilegiano i piccoli gruppi di lavoro, si condividono penne, pennarelli, pennelli, matite e colori. Non si studia solo sul canonico libro di testo ma ogni ambiente, dentro e fuori la scuola è fonte di sapere (paesaggio dell'apprendimento). E poi, c'è l'agorà, l'angolo morbido per leggere e rilassarsi e le isole (banchi raggruppati).Noi lavoriamo su una visione di scuola, su un metodo più che un semplice modello, che ha rivoluzionato l'ambiente e la didattica per ridare protagonismo agli studenti e ai bisogni, diversi degli uni e degli altri».
La pedagogia della cura
Sembra essere nel pieno della pedagogia della cura, quella che ogni genitore (ma anche nonna o zio) vorrebbe per figli e nipoti: essere visti, sentirsi come a casa, aver voglia di tornare da compagni e maestre. O dai professori. Una scuola autorevole fondata sull'amorevolezza.
Se ci spostiamo in una delle 180 scuole Dada, una sigla che racchiude una rivoluzione didattica e che testuale indica "Didattiche per ambienti di apprendimento" è davvero impossibile trovare muri scrostati ma solo aule colorate e tematiche. Qui, come si sostanzia il "senza"? Mancano le aule tradizionali. Gli studenti, si spostano nelle aule Dada organizzate per materie. Spesso hanno percorsi di apprendimento individuali. Così capita che andando alla "Galileo (l'aula di Scienze) o nella Tea Time (inglese) frequentano le lezioni anche con studenti di altre sezioni.
Si interrompe l'immobilità a cui costringono i banchi per le lunghe 6 ore di scuola (se non si fa il tempo pieno). Le scuole Dada sono anche senza cattedra (viene posizionata di lato e funziona soprattutto come piano di appoggio). L'obiettivo? Rendere il movimento che si fa fare agli studenti ad ogni cambio d'ora una leva della circolarità di idee. E rendere l'insegnamento meno formale, rigido e trasmissivo. Le lezioni sono pillole. Si prediligono esercizi pratici e costruzione di mappe concettuali.
Le valutazioni
Passando da una scuola all'altra ci fermiamo a Roma, culla di una neonata associazione nata all'insegna del rinnovamento didattico. Tra gli otto fondatori di Cve, Coordinamento di valutazione educativa che studia, fa ricerca e formazione c'è Cristiano Corsini, ordinario di Pedagogia Sperimentale all'Università di Roma Tre. Corsini è considerato uno dei massimi esperti della "fabbrica dei voti". E sulle scuole senza voti non potevamo che parlare con lui. Ce ne sono tante in Italia, ma in questo caso non esiste una rete che le raggruppa. E il motivo lo spiega così Corsini: «non è la scuola che decide ma sulla valutazione può farlo il singolo docente. O docenti di una sezione o interi istituti. Non ci piace la definizione senza voto, perché non togliamo nulla, valutiamo differentemente».
A Sud e a Nord di Roma sono tante le scuole senza muri. L'outdoor education è la nuova frontiera dell'innovazione. La natura e le città, i parchi, i giardini e i musei sostituiscono i libri. Qui l'insegnante è un coach e si fa scuola senza la scuola. La lezione dei "senza" forse potrebbe insegnare a ricucire il sogno troppe volte spezzato tra la scuola, i suoi studenti e le loro famiglie.
EDUCAZIONE EMOTIVA EVOLUTIVA

🌱 EDUCAZIONE EMOTIVA EVOLUTIVA
La base per crescere in libertà, fiducia e consapevolezza
🎯 INTRODUZIONE
Nella prospettiva di LIPEF EVOLUTION, l’educazione non è solo trasmissione di conoscenze, ma un percorso di crescita interiore e relazionale.
L’educazione emotiva diventa il cuore pulsante di ogni esperienza didattica: un cammino che permette a bambini e ragazzi di riconoscere sé stessi, sviluppare resilienza e costruire relazioni autentiche.
💡 PERCHÉ È FONDAMENTALE?
Ogni apprendimento nasce dalle emozioni.
🌟 Gioia → alimenta la curiosità
🌟 Fiducia → genera coraggio e apertura
🌟 Paura/insicurezza → se accolte, diventano occasioni di trasformazione
👉 Per LIPEF EVOLUTION le emozioni non sono “disturbi da correggere”, ma porte da attraversare per scoprire il vero potenziale.
🌍 EDUCAZIONE EMOTIVA & METODO EVOLUTIVO
Nel nostro approccio, l’educazione emotiva si intreccia con la didattica in modo naturale e fluido:
🤝 Empatia e relazione autentica
L’insegnante diventa una Guida della Conoscenza, capace di ascolto profondo e presenza.
🧘 Autoregolazione e resilienza
Attraverso pratiche di respiro consapevole, musica a 432 Hz, attività in natura.
🌈 Collaborazione e fiducia
Percorsi esperienziali che trasformano la classe in una comunità educante.
🎶 STRUMENTI E PRATICHE EVOLUTIVE
🌸 Meditazioni guidate e pratiche di centratura
🎨 Laboratori esperienziali: arte, movimento, gioco di ruolo, musica
🗣️ Spazi di espressione emotiva: circle time, diario delle emozioni, condivisione libera
👉 Queste pratiche trasformano le emozioni in energia creativa, migliorando concentrazione e motivazione.
L’educazione emotiva in chiave evolutiva è la struttura portante della scuola del futuro:
✅ forma individui liberi e consapevoli
✅ rafforza equilibrio e motivazione
✅ prepara i ragazzi a vivere con coraggio, gioia .
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